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E’ TEMPO DI AUGURI …

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Lo ammettiamo, ultimamente noi di “Akuadulza” siamo poco attivi, i troppi impegni della vita quotidiana, quelli che in una vecchia pubblicità Ernesto Calindri chiamava “Il logorio della vita moderna” rischiano di sopraffarci.
Tuttavia vogliamo cogliere lo spirito natalizio con un messaggio di speranza che ci arriva da un coltivatore particolare, si chiama Bren Smith non è un esperto di acquaponica, ma è un coltivatori dei mari.
Anche lui ha a che fare con pesci e piante, in fondo siamo “cugini” anche lui raccoglie e mette a frutto l’energia dell’azoto disperso nell’acqua, anche lui ha la nostra stessa visione “generativa” che condivide le risorse e la conoscenza non considerandole un business privato.
L’articolo apparso su “Internazionale” del 30 giugno 2016 ci è molto piaciuto e vorremmo condividerlo con voi, se volete fateci sapere cosa ne pensate.
Non sappiamo se durante le vacanze riusciremo a scrivere qualche nuovo post, ma questo ci sembrava il miglior augurio che potessimo farvi per le prossime festività.
Mario Brignone
Presidente di Akuadulza

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ESPERIMENTO DI PROSELITISMO IMMERITATO

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Da quando è nata “Akuadulza” sognamo di fare grandi cose, comunicare, tradurre, inventare, ecc… ma ogni bilancio ci appare insufficiente. La verità è che siamo troppo in pochi a scrivere e tradurre pezzi, trovare notizie, spunti di discussione. Avevamo previsto un forum in cui ciascuno potesse dire la sua inveceli forum non c’è ancora.

Ultimamente non riusciamo neppure più a rispondere a tutte le mail che riceviamo (un po’ anche perché alcuni lettori mandano la propria “domandina” senza darsi la pena di leggere tutto quello che abbiamo pubblicato nella sezione “manuali”).

Eppure la domanda indecente la facciamo lo stesso: c’è qualcuno che vuole associasi? Non lo facciamo perchè abbiamo bisogno dei vostri 20 €, pian pianino con le quote annuali di cui già disponiamo riusciremo a rientrare delle spese di grafica e di costruzione del sito e quelle di hosting le abbiamo veramente ridotte al minimo. Ve lo chiediamo perchè vorremmo altre voci in capitolo, vorremmo pubblicare i vostri contributi, le vostre esperenze, i vostri successi e i vostri fallimenti.

Chiunque fosse interessato a far parte dell’associazione può dare un’occhiata allo Statuto e, se ci si riconosce, fare domanda secondo il fac simile che qui si allega. Consiglio di proporsi prima della metà di gennaio, quando ci sarà la riunione degli organi sociali.

Comunque la vediate, auguri di buon anno.

STATUTO AKD

modello domanda iscrizione

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APPENDICE 6 DEL MANUALE FAO: alcune considerazioni chiave prima di allestire un impianto acquaponico

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Ci sono molti impianti  acquaponici commerciali pienamente funzionanti e su piccola scala in giro per il mondo. Sistemi acquaponici possono essere sviluppati non solo nelle regioni tropicali e subtropicali, dove le condizioni climatiche favorevoli consentono la produzione per tutto l’anno, ma anche in aree più fredde del mondo in cui la stagione invernale può durare fino a sei mesi. La domanda che deve porsi chi realizza un sistema acquaponico in un luogo specifico deve tenere in considerazione, per la valutazione di un suo possibile successo, di fattori  economici, ambientali, condizioni logistiche, gestionali e sociali.
Molti fattori devono essere considerati prima di imbarcarsi in un progetto di coltura acquaponica, ad esempio se ci si rivolge ad un mercato ampio o ad una produzione locale. Molte start-up
acquaponiche hanno fallito perché la decisione di creare una impresa commerciale richiede una significativa attività di ricerca, un business plan e un’analisi dei rischi. Tali aspetti esulano lo scopo di questa appendice, tuttavia discuteremo in seguito alcuni dei fattori chiave e requisiti per la conduzione di impianti acquaponici di qualsiasi  dimensione.

Fattori economici
Uno dei fattori principali che determinano il possibile successo di un impianto acquaponico è la sua competitività nei confronti degli altri i metodi di produzione. La combinazione della produzione di pesci e piante raddoppia i rischi di investimento e, se si vuole avere successo e reddito, è necessario massimizzare sia la produzione dei vegetali che quella dei pesci e i ricavi che da queste due produzioni derivano.
Ciò implica un approfondita analisi sui potenziali mercati, passo essenziale verso lo sviluppo di un business plan, si dovrebbe prendere in considerazione realisticamente tutti i possibili prodotti, individuare i margini di profitto e  identificare i clienti chiave. Un errore comune è quello di chiedersi: “Cosa posso produrre?” Al posto delle domande più importanti come: “Cosa posso vendere?”, “A chi sto andando a vendere? ” e solo allora ” Come faccio a produrlo? ”
Un’a
nalisi di mercato dovrebbe identificare i prodotti più redditizi ed individuare i principali costi di gestione. Ciò implica che la scelta specifica di un pesce può essere significativamente diversa dalla specie generalmente utilizzata negli impianti acquaponici, principalmente in relazione alla domanda che proviene
dal mercato e dai costi di produzione.
Nel processo decisionale, ci sono differenze sostanziali tra una produzione orientata all’autoconsumo e una orientata al mercato. Mentre nel primo caso si può per lo più contare su prezzi al dettaglio per valutare i margini di convenienza, le iniziative su scala commerciale devono confrontarsi con i prezzi all’ingrosso, in particolare nel caso di impianti su larga scala. Tuttavia, i sistemi di piccole dimensioni non possono beneficiare di economie di scala (ad esempio una piccola serra ha un costo elevato per metro quadrato rispetto a una più grande), gli agricoltori non commerciali si trovano pertanto ad affrontare costi di produzione più elevati.
Gli impianti acquaponici possono, in una certa misura, essere riconosciuti come una produzione “biologica” negli USA, ciò non è altrettanto vero in Europa, dove il termine “biologico” si applica ancora solo alla produzione ancorata al terreno. Nei mercati occidentali la produzione “biologica” può beneficiare di un favore derivante da un più marcato orientamento ecologico dei consumatori e favorire maggiori ricavi, tuttavia questo potrebbe non essere altrettanto possibile nei paesi in via di sviluppo, dove le scelte dei clienti sono ancora prevalentemente orientate dal prezzo. Dal punto di vista di marketing, un vantaggio potrebbe venire da un’etichettatura che metta in evidenza l’impronta ecologica, giacché quello acquaponico sembrerebbe essere un sistema migliore rispetto all’acquacoltura in termini di conservazione dell’acqua e di una soluzione di non inquinante in grado di supportare l’agricoltura con un consistente risparmio di fertilizzanti e prodotti chimici. Tuttavia molto
deve ancora essere fatto su questo terreno nella direzione di una produzione con un bilancio energetico in pareggio.
Uno dei limiti che impedisce ancora agli impianti acquaponici di espandersi in tutto il mondo è che i suoi costi di investimento sono quasi il doppio di quelli dell’agricoltura idroponica standard. Questa convinzione è in parte derivata dall’idea errata che un impianto acquaponico sia un semplice sistema di produzione piuttosto un sistema di
acquacoltura in ricircolo (RAS) che supporta anche l’agricoltura. Se confrontato con un sistema  standard di ricircolo (RAS), un impianto acquaponico rivela consistenti vantaggi in termini di costi di capitale e operativi nonché per il grado di semplicità del sistema stesso. Grande successo potrebbe essere raggiunto se si realizzassero disegni di impianti tali da consentire agl impianti acquaponici di avvicinare i costi di investimento di un sistema idroponico. Per far ciò sarebbe richiesto un maggior sforzo nello sviluppo di una progettazione di sistemi più semplificati.
La possibilità di attivare sistemi acquaponici in climi sfavorevoli dipende dal livello degli investimenti necessari per la costruzione di serre e l’esecuzione di
sistemi di climatizzazione avanzata per mantenere la temperatura dell’acqua e dell’aria ottimali, così come umidità e ventilazione.
Ciò aumenterebbe i costi iniziali e di funzionamento ma, almeno a questo livello, i costi di investimento per le serre  non sarebbero significativamente differenti da quelli per idroponica.

Il clima è un altro fattore importante, poiché da questo dipende un costo aggiuntivo per ogni impianto per mantenere le condizioni ambientali ideali per la produzione alimentare acquaponica. In generale, regioni in cui le temperature medie dell’aria giornaliere durante tutto l’anno sono 20-30 ° C sono l’ideale per pesci tropicali, come la tilapia e le piante che richiedono elevata disponibilità di calore. Quindi, le scelte di coltivazione e dei pesci influenzano significativamente i costi se è necessario un controllo climatico  per corrispondere alle condizioni ideali di crescita e allevamento. Inoltre, le regioni in cui temperature medie giornaliere dell’aria sono favorevoli, ma fluttuano ampiamente durante il giorno e notte (cioè altopiani e le regioni montagnose), sono particolarmente problematiche per produzione ittica, ciò perché grandi escursioni termiche provocano stress per gli animali.
L’attenzione deve essere prestata anche alle stagioni. Stagioni invernali f
redde costringeranno gli agricoltori acquaponici ad investire in impianti di riscaldamento  o a fermare la produzione completamente per alcuni mesi. È quindi importante studiare la produzione messa a punto con cura e possibilmente trovare specie alternative che evitino periodi improduttive dell’anno.
Una prolungata stagione delle piogge costringe gli agricoltori acquaponici a proteggere i loro impianti con con robuste tettoie o serre giacché grandi volumi di pioggia danneggiano le colture, fanno tracimare le vasche e diluiscono eccessivamente i nutrienti in acqua. Tuttavia, se da un lato questa necessità richiede investimenti aggiuntivi, dall’altro può essere redditizia in zone in cui l’agricoltura tradizionale è fortemente limitata a causa di inondazioni. La stessa cosa dicasi per il vento,  giacché un ambiente protetto potrebbe portare rendimenti più elevati e una migliore qualità dei prodotti vegetali. La stagione estiva può essere causa del surriscaldamento dell’acqua. Anche se i metodi per mantenere le temperature relativamente bassa durante i periodi caldi sono abbastanza semplici e possono essere previsti da una corretta progettazione dei sistemi, è possibile che le temperature dell’acqua salgano a livelli subottimali durante i periodi estremamente caldi, se non sono stati utilizzati sistemi di raffreddamento ad acqua. Questo potrebbe limitare gli agricoltori nella selezione e crescita dei vegetali, anche se ciò non può influenzare i pesci tropicali o batteri nitrificanti.

Fattori logistici e gestionali
L
a produzione di pesce è una componente importante delle attività acquaponiche. E’
fondamentale per gli agricoltori disporre di un facile accesso all’approvvigionamento di animali acquatici, così come la possibilità di acquisire competenze nell’allevamento del pesce e la conoscenza del pesce consumato localmente. L’espansione degli impianti acquaponici è quindi limitata nelle regioni in cui non ci sono avanotterie e servizi per l’acquacoltura,  a meno che non si allevino riproduttori, e si producano in proprio avannotti e mangime per il pesce; di tutto ciò bisogna tenerne conto nel del business plan acquaponico. Se così fosse però, l’investimento apparirebbe più rischioso, in quanto implica periodi più lunghi per rendere la fattoria pienamente operativa, la necessità di dedicare più tempo per il trasferimento di conoscenze e un’attenta analisi del potenziale locale e dei mercati regionali dove a vendere la produzione.
In qualsiasi luogo si intenda realizzare un impianto acquaponico, l’accesso all’elettricità e ad acqua adeguata è essenziale. In particolar modo per l’energia elettrica, l’accesso alla rete deve essere  costante e affidabile, fondamentale per garantire il funzionamento continuo delle pompe. La mancanza di questa risorsa sarebbe severamente limitante per lo sviluppo di un impianto acquaponico a meno di i sistemi a bassa densità progettati per resistere interruzioni di energia di diverse ore senza che venga messa a rischio la sopravvivenza dei pesci. Gli impianti acquaponici, soprattutto se sono destinati a scopi commerciali, devono poter contare su sistemi di backup e generatori, che aumentano i costi di installazione.

La produzione del pesce è uno degli aspetti più complicati di un’attività acquaponica (in particolare per gli agricoltori non pratici di acquacoltura), e richiede cura e una gestione quotidiana  per evitare perdite significative nel caso si verificasse un guasto del sistema.
Ci deve essere anche un mercato per i componenti del sistema acquaponico così come degli strumenti di monitoraggio (kit per l’acqua di prova, pH-metri, contatori CE). Un fattore determinante per il successo di qualsiasi impianto acquaponico  è l’uso di materiali disponibili localmente e l’adattamento ai
contesti e alle risorse locali. In caso contrario, sarebbe difficile sviluppare qualsiasi metodo alternativo di produrre alimenti.
La
capacità educativa è un altro fattore chiave nella scelta di realizzare impianti in specifiche regioni o paesi. L’acquaponica è un metodo relativamente sofisticato di
produzione di cibo rispetto agli approcci tradizionali basati sul suolo. Il metodo richiede un elevato livello di comprensione di questo ecosistema integrato, nonché i principali fattori che lo influenzano (acqua, ambiente, nutrizione, ecc). Richiede anche conoscenze specifiche di acquacoltura e di orticoltura che devono essere trasferite e adattate ai contesti locali. La grande sfida che la coltivazione acquaponica deve vincere per diventare un’opzione sostenibile tra i contadini analfabeti o semi-analfabeti e gli utenti finali è quella di ridurre i suoi livelli di complessità adattando la tecnologia alle risorse locali, le esigenze e le culture. Adattamento e contestualizzare che è più semplice laddove pesce e vegetali che hanno costituito la base delle pratiche agricole per migliaia di anni. Ciò implicherebbe una migliore conoscenza tra gli operatori su come progettare sistemi in cui ogni singolo componente o materiale potrebbe ridurre al minimo gli aspetti gestionali.
Laddove invece la produzione alimentare acquaponica è praticamente inesistente all’interno di una specifica regione, è utile per collaborare con le università locali o istituti di divulgazione agricola al fine di sviluppare le conoscenze sulle migliori pratiche e su come sviluppare sistemi acquaponici in un modo molto semplice ed efficace.

Condizioni sociali

Volgendo l’attenzione oltre all’adozione di sistemi di produzione di pesce e di vegetali come metodo di produzione alimentare competitiva, l’acquaponica non ha ancora acquisito una prospettiva ben definita. Mentre il metodo di produzione acquaponico è ampiamente accettato come metodo di produzione biologico nel Nord America, lo stesso non è in Europa e ciò riduce il suo potenziale per ottenere prezzi più elevati.

Tra i consumatori e ricercatori, ci sono anche alcune preoccupazioni che nei sistemi acquaponici l’acqua sia un vettore di batteri per possibili contaminazioni dovute ai rifiuti fecali di pesce. Anche se diversi paesi utilizzano diversi regolamenti in materia di sicurezza in acqua, lo sviluppo coltivazioni acquaponiche possono essere limitate in quei paesi in cui il limite per i batteri è più rigoroso. Ciò richiederebbe un aumento degli sforzi per conformarsi alle norme locali (ad esempio utilizzando la tecnologia di sterilizzazione), anche se le acque reflue dell’acquacoltura acquacoltura sono più sicure rispetto adaltre fonti d’acqua.

D’altra parte, l’acquaponica è in grado di assicurare l’opportunità di produrre alimenti più sicuri perché non usa sostanze chimiche. Nel caso dell’acquacoltura, questo può essere un elemento con elevato valore aggiunto che può aumentare l’interesse in questo sistema di produzione. Recenti preoccupazioni per l’uso dei pesticidi in agricoltura hanno portato molti consumatori dei paesi sviluppati verso l’acquisto di prodotti più sicuri. Questi modelli di consumo devono essere accuratamente monitorati nel processo decisionale che porta a decidere della fattibilità di un impianto acquaponico in una determinata area.

Sintesi dei requisiti essenziali impianti acquaponici di dimensioni diverse

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Appendice 3 del manuale FAO: Lotta ai parassiti e alle malattie dei pesci

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Traduzione dal Manuale “Small-scale aquaponic food production – Integrated fish and plant farming” edito dalla FAO.

Come trattato nella sezione 7.6.3 del manuale, la malattia è il risultato di uno squilibrio tra il pesce, l’elemento causale patogeno e l’ambiente. La debolezza nell’animale e più alti livelli d’incidenza dell’elemento patogeno, in determinate condizioni ambientali maggiormente favorevoli per la causa scatenante, possono essere fattori di malattia. Corrette pratiche di gestione dei pesci che permettono di mantenere un sano sistema immunitario sono le principali attività preventive per garantire buona salute dello stock. Le malattie dei pesci devono essere riconosciute e trattate tempestivamente. Le  tabelle che seguono illustrano i sintomi e le cause di malattie comuni, e sono divise in base alla loro origine come abiotiche e biotiche (a seconda che siano o meno causate da organismi viventi), ciò al fine di sottolineare l’importanza della qualità dell’acqua e delle condizioni ambientali nell’identificazione della malattia.

DISTURBI ABIOTICI

IPOSSIA

  • Sintomi: pesci boccheggianti, che si raccolgono presso il flusso dell’acqua, comportamento depresso o anoressico (ipossia cronica), i pesci più grandi trovano la morte quando i pesci piccoli sono ancora vivi, pesci morti presentano opercoli branchiali e bocca spalancati.
  • Cause: aerazione insufficiente, interruzione dell’aerazione, sovraffollamento, flusso di acqua troppo basso, riduzione dell’ossigeno disciolto (aumento della temperatura delle acque o della concentrazione salina).
  • Rimedi: ripristinare o incrementare l’areazione, ridurre la densità di allevamento, ridurre l’alimentazione, monitorare i livelli di ammoniaca e nitriti.

STRESS TERMICO

  • Sintomi: letargia, mortalità per intolleranza al freddo (ipotermia) o intolleranza al caldo (ipertermia), attacchi fungini (ipotermia), dispnea (ipertermia)
  • Cause: carenze di riscaldamento o di isolamento (coibentazione), rottura del termostato, gestione impropria dell’impianto.
  • Rimedi: isolare (coibentare) la vasca dei pesci, aggiungere una resistenza, ricoverare il sistema in una serra nelle stagioni fredde (ipotermia). Ombreggiare le pareti della vasca dei pesci, ventilare nello ore notturne, predisporre un impianto di raffreddamento (ipertermia)

AVVELENAMENTO DA AMMONIACA

  • Sintomi: nuoto anormale, i pesci non si alimentano, le branchie si presentano più scure, o più grandi (iperplasia, per la tossicità cronica), rossore intorno agli occhi e alle pinne.
  • Cause: biofiltro insufficiente (per varie cause, anche per trattamenti antibiotici o antisettici somministrati ai pesci), lavaggio recente di media e biofiltri, sovraffollamento nella vasca dei pesci, eccessiva somministrazione di mangime, eccessivo carico di proteine nei mangimi, riduzione del flusso dell’acqua, riduzione del livello di ossigeno nell’acqua, calo della temperatura che ha inibito i batteri nitrificanti.
  • Rimedi: ricambio immediato dell’acqua (20-50%), l’aggiunta di zeolite (rimedio rapido, ma di scarsa efficacia con elevati livelli di salinità), la riduzione del pH con tampone acido, aggiunta di batteri, aggiunta di media nel biofiltro, migliorare ossigenazione, regolazione della temperatura a livelli ottimali, interrompere l’alimentazione.

AVVELENAMENTO DA NITRITI

  • Sintomi: difficoltà nella respirazione, branchie più scure, sangue bruno, nuoto anormale in prossimità della superficie dell’acqua, letargia, rossore intorno agli occhi e alle pinne.
  • Cause: biofiltro insufficiente (per varie cause, anche per trattamenti antibiotici o antisettici somministrati ai pesci), lavaggio recente di media e biofiltri, sovraffollamento nella vasca dei pesci, eccessiva somministrazione di mangime, eccessivo carico di proteine nei mangimi, riduzione del flusso dell’acqua, riduzione del livello di ossigeno nell’acqua, calo della temperatura.
  • Rimedi: ricambio immediato dell’acqua (20-50%), aggiunta di batteri, aggiunta di media nei biofiltri, riduzione della densità dei pesci, interruzione dell’alimentazione, aggiungere sale, migliorare l’ossigenazione, regolare la temperatura a livelli ottimali, evitare di disturbare i pesci in quanto si può provocare mortalità acuta.

ACIDO SOLFIDRICO

  • Sintomi: caratteristico odore di uova marce, colorazione delle branchie viola- porpora, insolito comportamento dei pesci durante il nuoto.
  • Cause: accumulo di rifiuti solidi in condizioni anaerobiche, la mancanza di una adeguata aerazione, aumento della temperatura.
  • Rimedi: rimozione dell’accumulo di rifiuti organici in condizioni anaerobiche, allontanamento temporaneo del pesce dalle vasche finché la causa è stata rimossa, aumento ossigeno disciolto in acqua, aumento del pH, abbassamento della temperatura

pH

  • Sintomi: pH basso: causa la morte con tremore e iperattività, difficoltà di respirazione, aumento produzione di muco. pH elevato: opacità di pelle e branchie, danni alla cornea (non comuni).
  • Cause: pH basso: processo di nitrificazione che si verifica in acqua con un ridotto effetto tampone, aggiunta accidentale di acido. PH elevato: effetto tampone eccessivo, acqua troppo alcalina/dur. Troppo carbonato nei media o nel biofiltro o lisciviazione del carbonato da vasche di cemento.
  • Rimedi: cambio (parziale) dell’acqua, aggiunta di sostanza tampone basica o acida per aggiustare il pH. In caso di basso pH rettificare con sostanze basiche solo se il livello di ammoniaca è molto basso (rischio di danni dovuti ad ammoniaca se il pH è elevato), in caso di pH elevato aggiungere acqua distillata / acqua piovana.

SALINITA’ NON ADEGUATA

  • Sintomi: lesioni della pelle, depressione.
  • Cause: in caso di salinità superiore al livello di tolleranza di pesce sostituire la provvista di acqua con altre a più bassa salinità, errore di calcolo di oltre sale (specie salina), la perdita per evaporazione che porta il sale a concentrazioni superiori nell’acqua residua
  • Rimedi: aggiungere acqua deionizzata o acqua piovana per ridurre la salinità, aggiungere il sale per aumentare la salinità. L’aggiunta di sale non dovrebbe superare 1 mg / litro incremento all’ora.

SOVRASATURAZIONE DI GAS (Malattia delle bolle di gas)

  • Sintomi: pesci che galleggiano in superficie, esoftalmo (occhi estroflessi) a causa di emboli di gas, presenza di emboli nel sangue e in tutti gli organi, tra i quali occhi, pelle e branchie.
  • Cause: rapido aumento della temperatura o rapida diminuzione della pressione dell’acqua che riduce la solubilità del gas, utilizzo di acque sotterranee senza degasazione, ossigenazione dell’acqua in eccesso.
  • Rimedi: ridurre il gas in eccesso, evitare stress ai pesci durante il recupero.

DEFICIENZE ALIMENTARI

  • Sintomi: scarsa crescita, depressione, mortalità, anomalie nello scheletro, lesioni oculari, anemia.
  • Cause: cibo privo di elementi essenziali, stoccaggio improprio del pellet, monotonia nell’alimentazione, razioni troppo scarse, accumulo eccessivo di grasso.
  • Rimedi: assecondare le esigenze alimentare del tipo di pesce allevato, variare la dieta, somministrare un pellet specifico per i pesci, somministrare vitamine e minerali, garantire un apporto proteico e di grassi equlibrato, diminuire il grasso (in caso di accumulo).

MALATTIE DI ORIGINE BATTERICA

MALATTIA COLONNARE

  • Sintomi: arrossamento e erosione della pelle, comparsa di ulcere superficiali e necrosi, necrosi di branchie, rilascio di muco giallastro dalle lesioni.
  • Cause: l’agente patogeno principale è il batterio Columnaris Flexibacter. Sono concause lo stress acuto, l’aumento della temperatura, il basso livello di ossigeno, e la presenza di nitriti. Sopra 15 ° C aumenta la patogenicità.
  • Rimedi: immersione prolungata del pesce in una soluzione contenente permanganato di potassio, con l’aumento dell’appetito somministrare mangimi medicati. Immersione in solfato di rame. Il trattamento antibiotico (oxytetracicline,

nifurpirinol), in vasche separate. Rimuovere i fattori di concausa della malattia.

IDROPISIA

  • Sintomi: infezione degli organi interni con conseguente accumulo di fluidi nel corpo. I pesci appaiono gonfi.
  • Cause: vari batteri, anche se può essere causata da parassiti o virus. Sono concause anche l’indebolimento dei pesci e standard di qualità dell’acqua insufficienti.
  • Rimedi: trattamento dei pesce con antibiotici che contengono cloramfenicolo, tetracicline in un serbatoio separato. Eliminazione dell’acqua poco idonea all’allevamento e di altre eventuali cause ambientali.

CORROSIONE DELLE PINNE

  • Sintomi: pinne danneggiate con raggi esposti, erosione, perdita di colore, ulcerazione e sanguinamento. Setticemia interna.
  • Cause: infezione batterica causata da agenti diversi ma il più ricorrente è il Pseudomonas. Acqua di cattiva qualità, aggressività di altri pesci.
  • Rimedi: identificare la/le causa/e. Trattare il pesce in una vasca separata fornendo mangimi medicati con antibiotici (cloramfenicolo o tetraciclina) o sciogliere l’antibiotico direttamente in acqua. Tenere separati i pesci fino al completo recupero.

INFEZIONI DA STREPTOCOCCO

  • Sintomi: emorragie acute sul corpo, occhi estroflessi. Presenza di liquido sanguigno nella cavità peritoneale.
  • Cause: batterio streptococco
  • Rimedi: trattamento con antibiotici (eritromicina, ossitetraciclina, ampicillina).

TUBERCOLOSI

  • Sintomi: deperimento, letargia, mancanza di appetito, pancia vuota. La pelle presenta ulcere, perdita di scaglie ed erosione delle pinne. Apparizione di tubercoli gialli o scuri sul corpo. Presenza di noduli bianchi 1-4 mm negli gli organi interni in particolare sui reni e la milza.
  • Cause: i batteri responsabili sono i Micobatteri ma il sovraffollamento, scarsa qualità dell’acqua e specie di pesci sensibili sono cause aggravanti. L’ingestione è la modalità di trasmissione più comune. I batteri possono sopravvivere nella forma incistata per due anni nell’ambiente.
  • Rimedi: Trattamento prolungato con eritromicina, streptomicina e kanamicina e vitamina B-6 o eliminazione dei pesci. Prestare la massima attenzione durante la manipolazione perchè la malattia può essere trasmessa all’uomo.

VIBRIOSI

  • Sintomi: pelle emorragica con macchie e arrossamento nella parte laterale e ventrale del pesce, gonfiore, lesioni che evolvono in ulcere con pus. Infezione sistemica in reni e milza, lesioni oculari, ulcerazioni, occhi estroflessi con pericolo di perdita d’organo. Inoltre anoressia e depressione.
  • Cause: vari tipi di batteri Vibrio, più comune nei pesci d’acqua salmastra e pesci tropicali. Aumenta l’incidenza con temperature più elevate. Sono fattori concorrenti lo stress, l’affollamento, l’inquinamento organico. Nei salmonidi focolai di Vibrio anguillarum appaiono a temperature inferiori a 5 ° C.
  • Rimedi: trattamento tempestivo con antibiotici (oxytetracicline, sulfamidici) in relazione al corso molto veloce della malattia. La riduzione di stress è fondamentale per il controllo a lungo termine della malattia. Attenzione durante la manipolazione perché la malattia può essere trasmessa alle persone.

MALATTIE CAUSATE DA FUNGHI

SAPROLEGNIA

  • Sintomi: bianca, marrone o rossa è un’infiorescenza cotonosa che compare sulla superficie del pesce e si espande progressivamente. Le lesioni oculari offuscano la vista, causano la cecità e la perdita dell’organo.
  • Cause: le spore di Saprolegnia si comportano spesso come un agente opportunista che segue altre infezioni o approfitta della debolezza complessiva del pesce. Sono concause lo stress acuto, il calo della temperatura, lo stress da trasporto.
  • Rimedi: bagno di sale prolungato o bagno di formalina, trattamento delle uova con perossido di idrogeno o immersione prolungata in blu di metilene. Le lesioni possono essere trattate con un panno imbevuto di iodopovidone o mercurocromo.

MALATTIE CAUSATE DA PROTOZOI

COCCIDIOSI

  • Sintomi: infezione intestinale e enterite, necrosi epiteliale. Le lesioni agli organi interni come fegato, milza, organi riproduttivi e vescica natatoria.
  • Cause: Coccidi appartenenti a diverse famiglie.
  • Rimedi: uso di monensin coccidiostatico, sulfamidimine (1 ml in 32 litri di acqua; ripetuta settimanalmente) o amprolium.

HEXAMITIASIS

  • Sintomi: presenza di parassiti nell’intestino e della cistifellea o di altri organi nei casi più avanzati. Presenza di distensione addominale, escrementi con mucose bianche, seguiti da disturbi comportamentali come nascondersi negli angoli con la testa verso il basso e / o il nuoto all’indietro, progressiva riduzione del volume della testa sopra gli occhi e scurimento del corpo.
  • Cause: Hexamita e Spironucleus protozoi flagellati che si fissano nel tratto intestinale. Colpisce animali debilitati e stressati
  • Rimedi: uso di metronidazolo sia nel mangime (1%) e acqua (12 mg / litro). Aggiunta di solfato di magnesio come purificante. Aumento della temperatura e miglioramento delle condizioni ambientali.

MANCHA BLANCA, ICH  O WHITE SPOT

  • Sintomi: piccole cisti bianche (fino a 1 mm) che coprono il corpo del pesce somigliando a granelli sale, pelle mucosa, erosioni cutanee. Disturbi comportamentali come letargia, perdita di appetito sfregamento del corpo contro le pareti della vasca nel tentativo di rimuovere il parassita.
  • Cause: Ichthyophthirius multifiliis
  • Rimedi: Trattamento con bagno di sale o bagno di formalina ogni settimana fino alla guarigione. Mantenere l’acqua a una temperatura superiore ai 30 °C per 10 giorni. Aumentare la temperatura da 21-26 °C riduce il ciclo del parassita da 28 a 5 giorni rendendo il periodo di trattamento in bagno curativo più breve.

TRICHODINA

  • Sintomi: piccole cisti bianche (fino a 1 mm) che coprono il corpo del pesce somigliando a granelli sale, pelle mucosa, erosioni cutanee. Disturbi comportamentali come letargia, perdita di appetito sfregamento del il corpo contro le pareti della vasca nel tentativo di rimuovere il parassita.
  • Cause: Ichthyophthirius multifiliis
  • Rimedi: formalina e bagno permanganato di potassio. Sale o acido acetico, immersione in bagno acido (solo protozoi acqua dolce).

VELVET DUST O MALATTIA DEL VELLUTO

  • Sintomi: polvere marrone copre il corpo e/o le pinne. Difficoltà respiratoria con rapidi movimenti delle branchie per la presenza di parassiti, occhi annebbiati. Formazione di cisti che liberano parassiti infettivi.
  • Cause: Piscinoodinium un parassita della pelle flagellato che si salda all’ospite.
  • Rimedi: la malattia è altamente contagiosa e fatale. Aumentare la temperatura a 24-27 ° C accelera il ciclo dei trattamenti. Lasciare il sistema senza pesci per due settimane per rimuovere il protozoo. In caso di grave infestazione un bagno con 3,5% di sale per 1-3 minuti è efficace per rimuovere i trofozoiti. In alternativa, trattamento con solfato di rame a 0,2 mg / litro in una vasca separata, ripetutamente se necessario. Il rame può bioaccumularsi e causare tossicità.

MALATTIE PARASSITARIE

VERMI AD ANCORA, PIDOCCHI

  • Sintomi: presenza di parassiti sulla pelle, le branchie, e la bocca. Abrasioni e ulcerazioni, macchie rosse sulla pelle che possono ingrandirsi fino a 5 mm.
  • Cause: crostacei di varia origine introdotti dall’ambiente esterno.
  • Rimedi: identificabili con lente di ingrandimento, trattamento prolungato in sale (specie d’acqua dolce). Anche perossido di idrogeno, formalina e ivermectina sono rimedi per i pidocchi.

FASCICOLE

  • Sintomi: raschiamenti sulle pareti della vasca, rilascio di muco dalle branchie, movimenti veloci delle branchie, branchie e pinne danneggiate. Pallore, respirazione rapida e abbassamenti delle pinne
  • Cause: vermi piatti lunghi circa 1 mm che infestano le branchie e la pelle. Rilevabili con lente di ingrandimento.
  • Rimedi: trattamento di 10 a 30 minuti in bagno di 10 mg per litro di permanganato di potassio in una vasca separata, bagno di sale. Bagno in soluzione di rame o formalina in vasca separata.

SANGUISUGHE

  • Sintomi: presenza di parassiti sulla pelle che creano piccole lesioni rosse o bianche. Infestazioni pesanti sono causa di anemia.
  • Cause: parassiti esterni principalmente introdotti dall’esterno.
  • Rimedi: evitare l’introduzione di piante o animali dall’esterno senza quarantena, bagno in soluzione salina, uso di organofosfati

NEMATODI

  • Sintomi: progressiva perdita di peso, letargia, pance vuote e l’accumulo di parassiti attorno all’ano. La colonizzazione di visceri con vermi della lunghezza di 0,6-7,0 mm nell’intestino.
  • Cause: parassiti esterni, introdotti dall’esterno.

Rimedi: l’infestazione dei vermi riguarda tutto il corpo, ma sono visibili quando si concentrano presso l’ano. L’infestazione si verifica con l’introduzione di pesci selvatici nelle vasche di allevamento.

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AQUAFARM 26 E 27 GENNAIO A PORDENONE

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Si parlerà anche di acquaponica alla Fiera di Pordenone in occasione di “Aquafarm”, mostra convegno dedicata all’acquacoltura e l’industria della pesca sostenibile.

In particolare nella giornata di giovedì 26 ci saranno una serie di conferenze dedicate al “Vertical farming”, una delle quali in particolare dedicata al confronto tra Acquaponica, Idroponica e Aeroponica a cura di Baldassarre Fronte – Ricercatore universitario presso Dipartimento di Scienze Veterinarie, Università di Pisa  e Luca Incrocci – Coordinatore tecnico, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, Università di Pisa.

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APPROVATO IL BILANCIO DI “AKUADULZA”

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Nell’assemblea di “Akuadulza” svoltasi ieri sera si è approvato il conto consuntivo 2016 e il bilancio di previsione 2017 con le relative relazioni, è stato deciso di mantenere invariata la quota associativa ed è stato approvato l’ingresso di due nuovi soci che diverrà effettivo con il versamento della quota sociale.

Come potrete notare nel prospetto sottostante rimaniamo, dal punto di vista contabile, orgogliosamente nelle “cifre rosse”, quelle della spinta etica, dell’investimento sociale, che un mio vecchio professore definiva lo “Stato nascente” che ha portato alla costituzione dell’associazione. Tuttavia le spese sono diminuite dopo quelle iniziali di avvio e le quote associative permettono di coprire tutti i costi ed in prospettiva ai soci fondatori di rientrare del loro prestito sociale iniziale.

 

Le “cifre rosse” stanno anche a significare che non abbiamo perso il nostro spirito originario che è quello di occuparci degli aspetti culturali, ambientali, educativi e sociali dell’acquaponica, senza cedere a “lusinghe” di natura economica.

Certo ci piacerebbe partecipare ad un progetto di innovazione sociale, organizzativa, di prodotto o di processo che abbia come tema centrale l’acquaponica, ci piacerebbe trattare in maniera strutturata il tema sostenibilità, dell’urban farming, degli orti civici con un alto profilo di innovazione, se si presenterà l’occasione lo faremo ma gli impegni di lavoro dei nostri soci non lasciano troppo tempo alla ricerca delle opportunità.

Già, i nostri soci, sono ricercatori, ittiologi, professionisti, educatori, insegnanti, imprenditori, tutte persone che ci danno una mano e che ringraziamo per la passione che dedicano a questo nuovo mondo, questa nuova frontiera delle relazioni di cui pesci, piante e batteri, sono il collante di rapporti interpersonali ancora più interessanti.

 

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SI E’ PARLATO ANCHE DI ACQUAPONICA AD AQUAFARM DI PORDENONE

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   Con il sole basso della prima mattina negli occhi il presidente ad Aquafarm di Pordenone

 

Ho avuto modo di seguire i temi legati all’acquaponica alla fiera Aquafarm di Pordenone seguendo le due sessioni di lavoro di giovedì 26, quella in inglese al mattino dal titolo “Il futuro e il presente dell’agricoltura” e quella del pomeriggio tenuta nella lingua di Dante: “A come AgriTeTtura = le tecnologie che uniscono agricoltura e architettura”.

Dichiaro subito quello che, in generale, non mi è piaciuto: il massiccio ricorso al rendering per accompagnare le relazioni. Certo gli interventi di agricoltura verticale, in particolare di acquaponica che aggiunge al sistema ancora due elementi di complessità (pesci e batteri), fanno di questa modalità di coltivazione qualcosa che guarda al futuro, difficile portare delle realizzazioni funzionanti ed efficaci. Ma vedere proiettate immagini (anche banali) pescate dai siti internet più indicizzati non è un grande spettacolo.

Nel corso delle relazioni, in particolare di alcune, si è fatto grande ricorso ad una retorica evocativa, ricca di suggestioni verso un’agricoltura pulita e senza scarti che offre i suoi frutti all’interno delle città che li consumano. Anche il confronto tra idorponica, aeroponica e acquaponica che è stato sviluppato in uno degli interventi del mattino, si è mantenuto su un livello molto generale, senza particolari tecnici, adatto a chi si avvicina a questi temi per la prima volta. Ricordo di aver commentato in rete con qualcuno che stavo sentendo le stesse cose, nuovamente in inglese, che avevo tradotto per il sito “Akuadulza” dal manuale della FAO.

Ho apprezzato maggiormente gli interventi del pomeriggio, in particolare quello di Roberto Tognetti di iperPIANO, centrato sul riuso creativo degli spazi urbani con alcuni degli spunti specificamente centrati sull’agricoltura urbana. Il tema è quello del riuso di spazi degradati a fini produttivi, di socializzazione o di cultura, spazi che nella visione del relatore dovrebbero uscire dall’accoppiata di abusivismo e degrado per tornare a generare valore. Quasi a testimoniare l’uscita dalla marginalità del tema è la pubblicazione dell’inserto della collana “Nova” de “Il sole 24 ore”.

Dopo Tognetti tre presentazioni molto diverse fra loro.

l’Ing Matteo Benvenuti di Vertical Farming Italia ci ha presentato una piccola cosa che però ha il pregio di essere stata realizzata: una torre acquaponica funzionante costruita attorno ad una vasca che ospita una decina di kg di pesce. Alcuni di noi di “Akuadulza”, pur non sviluppandosi verso l’alto, hanno impianti acquaponici che ospitano qualche decina di chili di pesce e sono sufficienti al fabbisogno familiare di verdure.

A seguire due grossi progetti, entrambi con una forte componente acquaponica, OpenAgri: un polo di eccellenza alle porte di Milano con l’acquaponica al centro” e “L’acquaponica nella riqualificazione delle periferie metropolitane: il progetto Acquacoltura Sostenibile Urbana” in entrambe le presentazioni, molto efficaci e professionali, troppi rendering per poterci appassionare.

Il primo i soldi per la realizzazione li ha già trovati, il secondo li sta ancora cercando. Chi scrive, non facendolo in proprio ma per conto dell’Associazione, tiene per sé le le considerazioni che vorrebbe esternare a proposito di questi progetti portati avanti (qualche volta solo formalmente presentati) da amministrazioni pubbliche generaliste e poi ceduti per la gestione “chiavi in mano” a società private “all purpose” o ad associazioni temporanee di scopo nate apposta per governare le risorse.

La cosa che ci è rimasta più impressa dell’esperienza? La gente friulana, accogliente come gli emiliano-romagnoli e laboriosa come i lombardo-veneti. A cominciare da chi ci ha ospitato per la notte, Marilena e Cesare, con i quali abbiamo amabilmente colloquiato di orti civici, emigrazioni, grande guerra e fotografia, per finire con chi ci ha riempito il palato di sapori autentici.

P.S. serve precisare che la partecipazione è stata interamente a mie spese?

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CICLAGGIO E RICICLAGGIO IN ACQUAPONICA, Ovvero quanto con una vecchia lavatrice ti ripulisco l’acqua

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Se siete appassionati di acquaponica avete sicuramente sentito parlare di “Ciclaggio” dell’acqua, un neologismo non ancora accolto nel lessico dell’accademi della crusca come “petaloso” o in quello politico come “ciaone” e che sta ad indicare che nell’acqua si stanno procedendo a formare le colonie di batteri in grado di trasformare dapprima l’ammoniaca in nitriti e poi i nitriti in nitrati.

Chiunque allevi dei pesci in un impianto a ricircolo (RAS Recirculating Aquaculture System) sa quanto sia importante eliminare perfettamente i solidi circolanti, siano essi deiezioni dei pesci o residui di mangime. Lo sa ancora meglio chi deve condurre un impianto acquaponico, mi riferisco in particolare allla coltivazione “Floating System” cioè quella che prevede la crescita delle piante con le radici fluttuanti nell’acqua perchè ogni minima traccia di sporco sarebbe intercettata dai peli radicali fino a causare l’asfissia delle piantine.

Qualunque sia il sistema di filtrazione che viene adottato (materiali filtranti di varia natura e differente grana, spesso costituiti da “spugne” sinteticheoppure più complessi sistemi di filtrazione come ad esempio i filtri a perline

hanno il difetto di dover essere periodicamente sciacquati dai residui, per ridurre questo inconveniente di solito si applicano prima di questo generi di filtri, dei prefiltri costituiti da griglie più o meno fini, solitamente di acciao o dei filtri a vortice che utilizzano la forza centrifuga per eliminare una parte dei solidi sospesi.

Per la verità un filtro autopulente in grado di compiere tutte queste operazioni di pulizia delle acque ci sarebbe e si chiama “Filtro a tamburo”. Il funzionamento del filtro a tamburo è relativamente semplice, non mi dilungo in questa sede ma lo trovate qui.

Anche il filtro a tamburo ha un difetto, che non risiede nel suo funzionamento, costa un botto, non sono riuscito a trovarne in rete uno a meno di 1.200 euro. Allora perché non costruirselo hanno pensato Raffaele e Luca, giovani ingegneri con la passione per l’acquaponica che con il loro gruppo di HUG stanno avviando una Statup al tempo stesso produttiva e sociale.

 

Ecco dunque il risultato, ottenuto con qualche decina di Euro, per comprare una lavatrice dal motore ancora funzionante, una rete filtrante con i buchi dal giusto numero di micron, un paio di sonde, un elettrovalvola, qualche ugello spruzzatore per il controlavaggio. 

Raffaele, il giovane inventore che vedete nella foto mentre spiega al Presidente di “Akuadulza”, stanno ora perfezionando la loro”creatura” e HUG è disponibile a fornire tutte le informazioni tecniche per realizzarla. Noi stiamo cercando dei giovani (o anche meno giovani) “Makers” interessati a realizzare un prototipo, magari un po’ meno “artigianale”, attorno al quale vogliamo registrare un “tutorial” da pubblicare in rete attraverso il sito. Il primo modello perfettamente funzionante ha già un cliente, fatevi sotto!

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Una comoda APP anche per le misure in acquaponica per l’acquaponica

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In realtà scaricare l’APP in questione non costa nulla, quello che costa è il kit di rilevazione che deve essere immerso nell’acqua delle vasche dei pesci e scansito dal telefonino, ma veniamo con ordine.

Tutti i coltivatori acquaponici sanno che è importante, almeno con cadenza settimanale, fare un check della qualità dell’acqua. Occorre verificare in una prima fase i valori di ammoniaca, nitriti, nitrati molto assiduamente poi, quando l’impianto sarà “ciclato” può essere sufficiente verificare settimanalmente i livelli di pH, nitriti, nitrati, GH, KH per far ciò ci sono appositi kitUno dei problemi proposti dall’uso dei misuratori liquidi è la loro stabilità temporale. Essi scadono dopo un certo numero di mesi dalla data di fabbricazione ed i negozianti stessi, in alcuni casi, hanno difficoltà a determinare fino a quando il prodotto sia sufficientemente accurato da poter essere venduto. Vi sono anche degli stick multi-test che, al contrario, sono più stabili perché si basano su pigmenti tenuti a secco tuttavia hanno una minore precisione dovuta alla difficoltà di leggere lievi differenze di colorazione, essendo questi caratterizzati da singoli pigmenti che, immersi nell’acqua, cambiano di tonalità.

Dell’importanza di tenere sotto controllo i parametri dell’acqua ne abbiamo discusso qui , in questa sede intendiamo indicarvi una modalità  più precisa e tecnologica per compiere le rilevazioni, senza dover acquistare costose strumentazioni.

Si tratta di un prodotto totalmente innovativo proposto recentemente da JBL: il misuratore dei valori dell’acqua ProScan. Il cuore del prodotto è rappresentato da stick multi-test in grado di misurare il pH, la durezza totale e quella temporanea, la quantità di nitriti e nitrati disciolti nonché la concentrazione di cloro (da usare evidentemente per le acque nuove) e di anidride carbonica disciolta. In pratica, tutti i valori indispensabili per conoscerela qualità dell’acqua dolce.

Il tutto è reso possibile da un’idea rivoluzionaria: utilizzare la fotocamera dei moderni telefonini come un colorimetro. Cosa perfettamente possibile, ovviamente, anche se nessuno ci aveva pensato prima. Le fotocamere degli smartphone sono, infatti, sempre più sofisticate è certamente in grado di discriminare tonalità diverse dello stesso colore… meglio del nostro occhio.
La confezione base di ProScan contiene la solita provetta di metallo che permette di conservare secche le bacchettine del multi-test, oltre ad una particolare scala cromatica. Non è la “solita” scala cromatica destinata a favorire le vostre misurazioni “occhiometriche”‘ ma una particolare scala, fornita su plastica, che serve al vostro telefonino per tarare lo zero, ovvero, per far sì che un quadratino bianco, illuminato sotto la luce di una lampada “calda” non venga considerato rosa. Una sorta di “bilanciamento del bianco”, dunque, che si applica a colori diversi. È un processo simile a quello che viene applicato nei laboratori di analisi per tarare lo zero degli strumenti, prima di effettuare la misurazione. Voi non dovrete fare altro, dopo avere immerso la striscetta multi-test nell’acqua dell’acquario, che poggiarla al centro della scala colorimetrica di riferimento e premere “start” sul quadrante dell’app specifica, scaricata dal telefonino. A questo punto parte un timer tarato ad un minuto. Tenete il telefonino fermo sopra la scala colorimetrica e la striscetta perché tra pochi secondi (il termine del periodo verrà indicato anche da un segnale acustico) si accenderà la fotocamera e scatterà una foto. Quest’ultima viene immediatamente analizzata, i colori della striscetta di misurazione saranno confrontati con i minimi ed i massimi riportati nella scala colorimetrica ed un algoritmo calcolerà l’esatto valore per ogni parametro chimico-fisico. Dopo pochissimi secondi, infatti, vedrete comparire una schermata come questa:

in cui si legge direttamente il valore pH, quello delle durezze (GH, KH) in gradi tedeschi e quello dei soluti principali, in mg/l. Ogni valore viene valutato e, nel caso, vi vengono offerti consigli per correggerlo (non dal punto di vista del coltivatore acquaponico). I dati ottenuti, inoltre, possono essere inviati subito al vostro indirizzo di posta elettronica (o ad altri strumenti, sotto forma di sms, ecc.) per essere conservati e comparati in futuro.

Un’ultima considerazione è riservata ai prezzi, se si fa il confronto con la somma con i kit delle analisi presi singolarmente la app proposta risulta certamente conveniente, non certamente in valori assoluti. La confezione contiene un tubetto che racchiude le strisce, potrebbe contenerne 200 ma ne contiene solo 24 ad un prezzo intorno ai 24 €. E’ anche vero che JBL, caso anomalo rispetto alla concorrenza, propone anche i refil di ricarica per i suoi prodotti. Non sarà più necessario ricomperare la confezione intera che comprende anche la scala cromatica ma solo le striscette di ricambio, in questo caso il prezzo scende attorno ai 18 €

Attenzione: in particolare se utilizzate per riempire le vostre vasche dei pesci acqua piovana avrete la necessità di tenere sotto controllo la quantità di ferro disciolto nell’acqua, questo test, fondamentale per una crescita delle verdure senza carenze nutritive, non è disponibile su app, dovrete procedere dunque in maniera tradizionale.

Ulteriori informazioni sul sito di JBL

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Esperienze di recupero di terreni incolti ad uso civico

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livinglotsnyc

Dal blog Ciboprossimo apprendiamo che la Regione Lombardia ha un banca dati delle terre incolte di proprietà pubblica che potrebbero essere assegnate a giovani agricoltori “FICO!” è un’ iniziativa molto interessante per chi volesse intraprendere esperienze di orti civici o di agricoltura urbana.

Ci incuriosiamo e andiamo avanti a leggere, accorgendoci  che l’idea è bella, ma lo strumento è un po’ farragginoso e disincentivante per chi, poco pratico di informatica e di reti, ci si dovrebbe addentrare. Proviamo a verificare di persona ma il servizio ha risposto: oooopsprovateci anche avoi a questo link, magari era un problema momentaneo.

Andiamo avanti a leggere il post nel quale vengono esposte esperienze analoge negli USA. In particolare nella città di New York, dove un gruppo di vicini di casa della zona di Flatbush a Brooklyn si sono uniti per convertire un lotto di terra inutilizzato in un produttivo e accogliente giardino comunitario, nasce così la storia di 596acres.org . Da questo input, una mappa e un foglio di excel parte un movimento di cittadini che censisce tutti terreni liberi di proprietà pubblica a Brooklyn. 596 Acres realizza strumenti per aiutare gli abitanti dei quartieri a vedere i lotti di terreni liberi come opportunità e a creare gli spazi verdi di cui hanno bisogno e che diventano punti focali per l’organizzazione della comunità e l’impegno civico. Con il tempo hanno trasformato la loro mappa in un sofisticato tool interattivo Living Lots NYC che fornisce informazioni sui lotti di terra disponibili a NYC, supportato da cartelli e altro materiale stampato come quello mostrato nella foto:

this-land-is-your-land-2-resized-1024x680

596acres.org (596 acri corrispondono a 241 ettari) si sviluppa e cresce e ora offre numerosi altri servizi alla comunità ma per questi vi rimando all’articolo di ciboprossimo in questa sede mi preme riportare questa esperienza al tema dell’acquaponica.

La prima considerazione è che, per chi vuole fare un esperimento di coltivazione urbana o periurbana, in particolare con il sistema acquaponico che presenta alto valore aggiunto in spazi ristretti, le possibilità ci sono, Regione Lombardia, ma ancor di più le esperienze oltre oceano ci forniscono degli spunti.

La seconda considerazione è per gli amici del territorio sul quale abita il Presidente di “Akuadulza” che stanno progettando per il Comune una proposta da inserire nel bilancio partecipato: sono sulla stada giusta, possono essere la scintilla di un vasto movimento che può fare della partecipazione una cosa reale e molto concreta.

Buon lavoro a tutti

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AGENTE “00GREEN”

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In un epoca in cui i “Bond” sono le obbligazioni finanziarie, i titoli di credito, i veri “agenti segreti” sono i giovani che lavorano a favore di un rapporto con la natura che riequilibri lo sfruttamento operato dall’uomo, proprio come i ragazzi di “Green Agent”.

Tra le tante attività messe in campo dal progetto, che propone una partnership molto articolata cè anche la realizzazione di un concorso giornalistico che invita i giovani, in particolare studenti in istruzione superiore, a ricercare nella Provincia del Verbano Cusio Ossola  o nel mondo storie positive di impegno e innovazione sui temi ambientali e dello sviluppo sostenibile.

I ragazzi devono scrivere un articolo o realizzare un video per “candidare” idealmente al Nobel per l’ambiente VCO una persona che abbia avviato azioni individuali o progetti innovativi in tema di economia verde o sviluppo sostenibile.

Seguendo il link qui sotto potete trovare i primi articoli pubblicati (in collaborazione con il partner Eurdesk italy) sulla piattaforma del concorso:
http://www.yes4europe.it/greenagent/?contest=Giornalismo%20Tradizionale

Citiamo l’iniziativa per la sua originalità e importanza ma anche con una punta di vanaglorioso orgoglio perchè due degli articoli fino ad ora pubblicati riguardano l’acquaponica, con una citazione per “Akuadulza”, trovateli se siete capaci.

Una giuria presieduta da un giornalista di Ecorisveglio e rappresentanti del Parco Nazionale della Val Grande e delle Aree Protette dell’ Ossola darà una valutazione tecnica agli articoli, seguirà un evento di premiazione, probabilmente il 6 aprile, presso l’Istituto Superiore “Cobianchi” di Verbania (la scuola che ha partecipato di più al concorso).

Una selezione di articoli sarà pubblicata su “Ecorisveglio”. Per l’occasione il prefisso “Eco” (la cui origine mitologica è riferita al pettegolezzo) assumerà il significato della contrazione della parola “Ecologico”, un cambiamento di rotta della testata intrapreso con la direzione dell’amico Andrea Dallapina ma che ci auguriamo possa essere sempre più marcato.

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IL PUNTO SUL MANUALE FAO … CON NUOVE ENERGIE!

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Ormai da qualche mese “Akuadulza” pubblica la traduzione del manuale Small-scale aquaponic food production – Integrated fish and plant farming” edito edito dalla FAO di Somerville, C., Cohen, M., Pantanella, E., Stankus, A. & Lovatelli, A. 2014.

 

INTRODUZIONE ALL’ACQUAPONICA (Capitolo 1)

Primo capitolo del manuale “Small-scale aquaponic food production – Integrated fish and plant farming” edito edito dalla FAO … 1 INTRODUZIONE ALL’ACQUAPONICA Questo capitolo fornisce una descrizione completa del concetto di aquaponica, una tecnica per combinare idroponica e acquacoltura in un sistema che coltiva piante in acquacoltura di ricircolo acqua (Figure 1.1 e 1.2). Si…

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COMPRENDERE L’ACQUAPONICA (Capitolo 2)

Secondo capitolo del manuale edito dalla FAO “Small-scale aquaponic food production – Integrated fish and plant farming” Dopo l’introduzione iniziale sull’aquaponica fornita nel capitolo 1, questo capitolo tratta dei processi biologici che si verificano all’interno di un impianto aquaponico. In primo luogo, il capitolo spiega i principali concetti e processi coinvolti, compreso il processo di…

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QUALITA’ DELL’ACQUA IN ACQUAPONICA (Capitolo 3)

Terzo capitolo dal manuale “Small-scale aquaponic food production – Integrated fish and plant farming” edito edito dalla FAO … Questo capitolo affronta i concetti di base della gestione dell’acqua in un sistema aquaponico. Il capitolo inizia con la definizione del quadro generale e formula alcune osservazioni sull’importanza della buona qualità delle acque per il successo della produzione alimentare…

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PROGETTAZIONE DI IMPIANTI ACQUAPONICI (Capitolo 4)

Quarto capitolo del manuale “Small-scale aquaponic food production – Integrated fish and plant farming” edito edito dalla FAO … Questo capitolo illustra i disegni relativi alla progettazione di diversi sistemi di aquaponica. Ci sono molti aspetti progettuali da prendere in considerazione, per tener conto di tutti fattori ambientali e biologici che hanno impatto sull’ecosistema aquaponico. Lo scopo di questo…

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I BATTERI NELL’ACQUAPONICA (Capitolo 5)

Quinto capitolo del manuale “Small-scale aquaponic food production – Integrated fish and plant farming” edito edito dalla FAO … 5 BATTERI NELL’ACQUAPONICA I batteri sono un aspetto cruciale e fondamentale dell’aquaponica, servono come collegamento tra i rifiuti del pesce e il fertilizzante per le piante. Questo motore biologico rimuove i rifiuti tossici, trasformandoli in elementi…

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LE PIANTE IN ACQUAPONICA (Capitolo 6)

il sesto capitolo Questo capitolo illustra la teoria e la pratica necessarie a produrre con successo piante in un sistema aquaponico. In primo luogo, illustra le principali differenze tra la produzione in terra (ground crop) e quella senza terra (soilless crop). A seguire, troverete una discussione su alcuni concetti essenziali di biologia e nutrizione delle…

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 I PESCI IN ACQUAPONICA (Capitolo 7)

Traduzione del manuale “Small-scale aquaponic food production – Integrated fish and plant farming” edito edito dalla FAO

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GESTIONE E SOLUZIONE DEI PROBLEMI (Capitolo 8)

L’attenzione dei capitoli precedenti era focalizzata sull’importanza di batteri per garantire una buona crescita di piante e pesci, sui fattori chiave per la costruzione di diverse tipologie di impianti acquaponici, su come prendersi cura correttamente di pesci e piante. Questo capitolo riassume i principi fondamentali e le “regole d’oro”…

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ARGOMENTI COLLEGATI ALL’ACQUAPONICA (Capitolo 9)

Questo ultimo capitolo discute argomenti minori, ma importanti, per quanto riguarda la gestione di impianti acquaponici su piccola scala. La coltura aquaponica richiede diversi fattori di produzione essenziali, tra i quali: pellets per l’alimentazione, energia elettrica, semi / piantine, avannotti, fertilizzanti supplementari e acqua. Tutti questi fattori della produzione possono essere acquistati, ma molti di…

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INDICE DELLE APPENDICI PUBBLICATE AD OGGI:

 

Appendice 1 del manuale FAO: 12 verdure particolarmente indicate per la coltivazione in Aquaponica

Vi presentiamo in questa appendice del manuale FAO le 12 verdure più “gettonate” in aquaponica!

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Appendice 2 del manuale FAO: Lotta ai parassiti e alle malattie delle piante

Lottare contro i parassiti in una coltivazione aquaponica è un po’ più complesso che affidarsi alla chimica. Bisogna controllare tanto gli insetti quanto le malattie tenendo conto non solo della qualità della verdura che si andrà a consumare ma anche del benessere di pesci e batteri che sono il “motore naturale” del vostro sistema

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Appendice 3 del manuale FAO: Lotta ai parassiti e alle malattie dei pesci

In questa appendice del manuale “Small-scale aquaponic food production – Integrated fish and plant farming” edito dalla FAO sono ricapitolate le principali malattie che possono colpire i pesci di un allevamento aquaponico

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Appendice 4 del manuale FAO:  Calcolo del rapporto tra quantità di ammoniaca e biofiltro in un impianto acquaponico

Appendice 4 del manuale FAO: i biofiltri realizzati i per gli impianti di aquaponica sono, di norma, largamente sovradimensionati rispetto allo stretto necessario per smaltire l’ammoniaca

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 Appendice 6 del manuale FAO: alcune considerazioni chiave prima di allestire un impianto aquaponico

In questa appendice vi presentiamo un’analisi di alcuni elementi chiave da cui dipende un impianto aquaponico commerciale, anche si piccole dimensioni.

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Appena possibile pubblicheremo le ultime “Appendici” mancanti dedicate ai seguenti argomenti:

– l’autoproduzione di mangime in pellet

– l’analisi costi‑benefici rapportata a piccoli impianti

– una guida passo passo alla costruzione di un nuovo sistema

Non necessariemante nell’ordine proposto dal manuale FAO, non vi rimane che continuare a seguirci con pazienza …

Ringraziamo Giovanni, l’ultimo socio in ordine di tempo che si è aggiunto al gruppo di “Akuadulza”, che ci sta dando una bella mano!

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BANCHIERI DELL’ACQUA …

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Oggi vogliamo ricordare la Giornata Mondiale dell’acqua che sta sempre più assumendo il valore di “merce” in Italia si è parlato e si parla di “privatizzazione dell’acqua” prima in maniera palese ora, dopo il referendum in un modo più strisciante.

Ma l’acqua anche motivo di conflitti, anche aspri, per il suo stfruttamento che fino ad ora, pur nella tensioni, non sono mai sfociati in vere o proprie guerre tra stati ma si sa che quando le risorse scarseggiano si acuiscono le tensioni.

In questo portale però parliamo di acquaponica, cioè dell’allevamento di pesci in associazione sinergica con la coltura delle piante, l’acqua per noi è dunque fondamentale e ne facciamo buon uso facendola “ricircolare”. Mi piace immaginare che siamo un po’ come dei piccoli banchieri che favorendo la circolazione del contante (che non a caso si definisce “liquidità”) creiamo ricchezza, per i nostri pesci, le nostre verdure, il nostro bilancio familiare e chissà perchè un domani anche per qualche piccola impresa o iniziativa che metta insieme agli aspetti di natura economica, che ne garantiscano la durata nele tempo, anche quelli di natura sociale ed educativa.

Celebriamo dunque la giornata mondiale dell’acqua che, non a caso quest’anno il focus è centrato sulla sua depurazione e il suo riuso.

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AQUAPONICSMAG

PICCOLI FRUTTI IN ACQUAPONICA

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La notizia l’ho pizzicata su FB, all’interno della pagina di Acquaponica Italia, mi sono letto l’articolo e scopro che in provincia di Torino, a Perosa Argentina è nata un’azienda (oggi va di moda dire start up) che produrrà frutti di bosco in acquaponica e idroponica. non si capisce però perchè nell’immagine di presentazione ci sono tre persone sorreidenti che mangiano rispettivamente una fragola, una fetta di mela secca e una fetta d’arancia, presumo candita, avete mai mangiato diversamente un’arancia con la buccia? Misteri della comunicazione …

Comunque sia siccome il “biologico”, avendone la possibilità, è sempre meglio farselo in casa, da tempo coltivo le fragole in acquaponica con un discreto successo

Questa primavera ho provato a strappare un paio di polloni dai lamponi questi:

e a ficcarli nel growbed, per ora il risultato non è male:

Stay tuned, vi terrò aggiornati…

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ORTI CIVICI, INDIETRO TUTTA!!!

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Diciamolo subito, accade a Verbania, in Piemonte, un Comune che ha l’ambizione di essere capoluogo di provincia e polo di attrazione turistica, un amministrazione che si riempie la bocca con il “Bilancio Partecipato”, con i “Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile”.

Accade che si indice un concorso d’idee per realizzare progetti di miglioramento urbano, un gruppo di cittadini si organizza e pensa ad un orto civico, proprio nel cuore di un quartiere popolare, nel bel mezzo dei due centri principali che costituiscono la città.

Proprio lì, in questo “non centro” che in realtà è una periferia occupata da alloggi di edilizia popolare c’è un’area che da anni è in queste condizioni di degrado …

 

… ma anche di pericolo, come potete vedere dalle siringhe e dalla batteria esausta abbandonata

Il comitato si organizza, ognuno dice la sua e, complice forse il messaggio lanciato da EXPO,  a qualcuno viene in mente che l’orto civico (in città se ne parla da anni ma non si è fatto mai nulla) potrebbe essere innovativo e potrebbe ospitare degli spazi dedicati all’acquaponica!

A questo punto veniamo contattati noi di “Akuadulza”, non ci sembra vero di poter offrire il nostro contributo per realizzare la parte più innovativa dell’orto civico. Figuriamoci, come a Denver, dove un intero quartiere ha ripreso vita e voglia di tornate a socializzare dopo che lo spazio occupato da una vecchia ferramenta è stato trasformato in un orto sociale, dove si produce cibo, si fa cultura, formazione si offrono momenti di interazione agli abitanti di un quartiere “difficile” della città.

 

 

 

 

 

 

 

I cittadini si trovano, fanno riunioni, elaborano un progetto che dovrà essere sottoposto al gradimento della gente per essere votato e, se del caso, approvato. Ecco in estrema sintesi cosa conteneva la proposta, in allegato potete scaricare l’idea progettuale completa.

area d’intervento

posizione di orto e serre acquaponiche

 

Il progetto dell’orto civico acquaponico non arriverà mai ai cittadini, non potrà essere votato, perchè è stato fermato dalla commissione tecnica che si sostiene sia “ispirata dal Grande Leader”. In questo post ecco cosa ne pensa un movimento cittadino vicino alla sensibilità dei proponenti.

Come Associazione “Akuadulza” aspettiamo di poter leggere un provvedimento amministrativo motivato, che metta in luce le ragioni tecniche e scientifiche che stanno alla base della decisione e vi terremo informati, per il momento non possiamo che dichiararci dispiaciuti per l’occasione persa.

In attesa, che siate cittadini di Verbania, appassionati di acquaponica, o attenti ai temi dell’innovazione e dell’ambiente potete sempre far sapere il vosto punto di vista sulla questione

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A Reims una fontana acquaponica in piazza

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Siamo a Reims, in Francia, la città dello Champagne, da quelle parti però mica solo “bollicine”!

Nel quadro di una chiamata a progetti per una città più verde è stata presentata un’idea per trasformare una delle fonatane cittadine in una fontana acquaponica. Si tratta di un intervento dimostrativo in grado di spiegare ei cittadini il funzionamento di un sistema acquaponico a ricircolo e al tempo stesso di abbellire il centro cittadino con frutti di bosco, fragole e verdure che di solito è possibile vedere solo in campagna.

Contattati su FB mi hanno fatto sapere che è possibile votare il loro progetto anche dall’Italia, il progetto è il numero 5, fatelo seguendo questo link, bastano nome cognome e indirizzo mail

Sappiamo che anche gli amici delle bollicine in Franciacorta hanno in serbo qualche novità per il mondo dell’acquaponica, lasciamoli lavorare, tra qualche mese ci daranno notizie …

Ancora nulla invece dall’orto civico negato alla città di Verbania ma la protesta sale.

Firma anche tu la petizione

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AGRICIVISMO: le molte ragioni a favore dell’agricoltura urbana

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Sono condensate in questa immagine le ragioni che depongono a favore delle iniziative di agricoltura urbana. Forse non sono tutte, perchè ognuno di noi ha un ricordo personale, una piccola storia, che lo riporta ad un orto.

Il fenomeno dell’Agricivismo è in crescita da alcuni anni, nel 2007 la regione Emilia Romagna ha proposto un documento di linee guida per la riqualificazione del paesaggio attraverso l’agricoltura urbana, lo trovate in allegato in fondo a questo post.

Le ragioni della diffusione dell’agricoltura urbana sono molteplici, alcune affondano le proprie radici nei cambiamenti socio-culturali avvenuti negli ultimi 15 anni, altre nei benefici più immediati che essa è in grado di generare.

Ci sono innanzitutto motivazioni ambientali: riduzione della CO2, tutela della biodiversità e promozione di uno sviluppo urbano ecosostenibile, volto ad inserire più “verde” nelle aree cittadine. Ma anche una crescente attenzione alla salute e alla qualità nel cibo, grazie alla possibilità di coltivare, e quindi controllare direttamente, ciò che si mangia: l’“apoteosi” del biologico.

Gli orti sociali possono divenire veri e propri spazi di aggregazione dove fare incontrare fasce sociali e generazionali differenti, oltre che uno strumento per inserire il cittadino nell’ambiente in cui vive, trasformandolo in un cittadino attivo.

Tutte queste esperienze hanno dunque importanti risvolti sociali. L’agricoltura urbana è un elemento che si inserisce direttamente nell’ambito dello urban design, delle funzioni del verde pubblico, dei vuoti urbani da riempire, oltre che un modo per riqualificare aree urbane degradate o abbandonate.

Nel Nostro Paese gli orti urbani nel 2013 sono triplicati rispetto al 2011, salendo da 1,1 a 3,3 milioni di metri quadrati di terreni di proprietà dei Comuni. Il 46,2 per cento degli italiani afferma di coltivare da sé piante o ortaggi soprattutto per la voglia di mangiare prodotti sani e genuini (25,6 per cento), ma anche per passione (10 per cento) e in piccola parte per risparmiare (4,8 per cento), secondo Coldiretti-Censis.

Recuperare gli spazi urbani in modo ecologico con gli orti urbani e comunitari, ormai presenti in tutta Italia – secondo l’ultimo rapporto Istat sul verde urbano, datato novembre 2016 , offrono in gestione orti urbani 64 capoluoghi (più 27,3 per cento di superficie in quattro anni) e 30 assegnano la manutenzione di aree verdi ad associazioni o cittadini – è una grande tendenza di questi anni con qualche eccezione …

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ANCI e protocollo orti urbani

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Meno di una anno fa l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia ha rinnovato con l’associazione Italia Nostra un protocollo per la diffusione degli orti urbani, una robetta leggera che “fa fine ma non impegna”, lo si capisce chiaramente dalla lettura dell’articolo 4  che recita “Il presente protocollo non comporta oneri né per l’ANCI, né per Italia Nostra”, che tuttavia pone l’attenzione su un tema, quello degli orti civici, che è in pieno boom fin dall’inizio del secolo.

Citiamo dal comunicato Stampa dell’ANCI del 26 maggio 2016: “Favorire la conoscenza e la diffusione della cultura degli Orti urbani su tutto il territorio italiano quale realtà sociale, urbanistica e storica di primo livello da sottrarre ad eventuali situazioni di marginalità e degrado. Questa una delle principali finalità del Protocollo d’Intesa che ANCI e Italia Nostra.”

Il protocollo è nato nel 2008 e con questo rinnovo verrà esteso fino al 31 dicembre 2018, chissà se per quella data Verbania avrà il suo orto civico, perchè se ne parla da anni ma recentemente, ancora una volta l’Amministrazione ha opposto il suo “garbato rifiuto” ai cittadini che volevano portare avanti l’iniziativa.

Non è un NO (non è mai un no) è un “domani” un “vederemo” per una meritoria iniziativa che da anni ha bisogno di approfondimenti, perchè sono anni che a Verbania si parla di Orti Civici e sono anni che non si combina nulla, non si riesce neppure ad individuare l’area idonea.

Sono già 500mila i metri quadrati di superficie, utilizzati per orti sociali da oltre 40 soggetti aderenti al protocollo (soprattutto Comuni), per orti terapeutici, didattici e storici che hanno un unico filo conduttore: favorire la conoscenza e la diffusione della cultura degli orti urbani su tutto il territorio italiano, quale realtà sociale, urbanistica e storica di primo livello, e per sottrarre ad eventuali situazioni di marginalità e degrado le tante aree abbandonate dei Comuni.

A Verbania nulla di tutto questo, stanno approfondendo. Approfondendo o sprofondando? Perchè quella descritta in questo post è una situazione di degrado allo stato puro che una cittadina che ha ambizioni turistiche non si merita!

Aiuta anche tu i cittadini di Verbania a sfondare il muro di gomma di una amministrazione comunale vecchia ed inerte,

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Square Foot Gardening

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Sul blog di Houzz Italia, abbiamo trovato un interessante post di che parla della tecnica dello Square Foot Gardening che in italiano potremmo tradurre con l’orto in trenta centimetri quadrati.

Nessuno, tranne forse i Puffi, si sognerebbe di poter confinare un orto in trenta centimetri quadrati, ma ottenere produzioni interessanti in spazi ridotti è certamente possibile. In fondo è quello che si è fatto per tutta l’evoluzione della agricoltura, quando si è passati dal buttare semi “a casaccio” alle moderne produzioni intensive.

Vediamo quali sono i fondamenti dello Square Foot Gardening, senza entrare troppo nei particolari, per i quali vi rimando all’interessantissimo post di Lidia. Il “piede quadrato” (circa trenta centimetri per lato) non è un modo per descrivere certi attaccanti che sparano palloni al cielo senza centrare la porta (per quelli la definizione di piede “a ferro da stiro” mi sembra più azzeccata) ma il quadrato ideale nel quale suddividere il nostro orto per poter intensificare la piantagione e massimizzare la coltura.La tecnica, lanciata nel 1981 negli Stati Uniti dal giardiniere Mel Bartolomew prevede poi di censire le piante dell’orto in quattro taglie:

> molto grandi (pomodori, zucchini, cavolfiori ecc…

> grandi (broccoli e altri cavoli, peperoni, melanzane, finocchi, ecc …

> medie (lattughe, ravanelli, sedano, porro, cipolle)

> piccole (basilico, aglio, rucola, valeriana, ecc…

La semina, meglio ancora il trapianto, deve essere fatta in cassoni o aiuole rialzate all’interno di un terriccio molto ricco. Il risultato finale dovrebbe essere che le nostre orticole, piantate in un terreno ricco ed in modo selezionato dovrebbero fungere da pacciamatura naturale evitando la competizione con le infestanti.

Chi si occupa di acquaponica da qualche tempo sa bene che nessun sistema di coltura è in grado di utilizzare meglio gli spazi della tecnica del media bed. Coltivando in acquaponica su un substrato di argilla espansa, lapillo vulcanico o altro materiale poroso, non crescono erbe infestanti, se non in virtù di qualche sporadico seme portato dal vento, il substrato di nutrienti assicurato dai pesci è particolarmente ricco e garantisce un crescita veloce delle piantine e con una buona gestione degli spazi è possibile seminare più volte le insalate ai piedi di un pomodoro “indeterminato” giacché non è necessario zappettare periodicamente per rompere la crosta del terreno e contenere le erbacce.

Ma la coltura acquaponica in media bed ha un ulteriore vantaggio, essendo il letto “naturalmente” privo di infestanti non dobbiamo preoccuparci se, raccogliendo un cespo d’insalata ormai maturo, lasciamo libera un porzione di terra sulla quale potrebbe insefiarsi qualche malerba … è sufficiente inserire nello spazio lasciato libero una nuova piantina d’insalata e aspettare che cresca come la sorella maggiore prima di celebrarla con tutti gli onori con olio e aceto.

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